Ci sono questi due casi che riecheggiano sui giornali da giorni. Da una parte c'è il ribattezzato gruppo degli Orfanelli, che qualcuno dice sia un nome offensivo e sprezzante, mentre a me pare solo indicativo di uno stato di malessere: otto persone che si definiscono, anche se per scherno, “orfanelli”, qualcosa la vorranno pur dire, o no? Dall'altra due ragazzi, che i giornali continuano a indicare prima di tutto come “esponenti di Casa Pound” (giustificando in quello la radice del male), che hanno la stessa età degli orfanelli e che, dopo aver pianificato lo stupro di una donna, mandano il video al padre per approvazione. Questi due casi non hanno quasi nulla in comune fra di loro, però salta subito all’occhio questa insana abitudine di girare video da mostrare agli altri per rendere più vera la situazione, perché – cresciuti come sono in una dimensione social, in un eterno presente – senza quel filtro, sono scollegati emotivamente dalle loro azioni, e dalle loro conseguenze. Ovviamente i ragazzi non tutti sono uguali, e per ognuno di loro ce ne sono altri mille sani. Però dobbiamo cominciare a capire che quelli non sono l’eccezione, i casi umani straordinari, sono una parte sociale importante del mondo che ci aspetta, a cui stiamo contribuendo col nostro abbruttimento culturale. A me hanno ricordato i ragazzini che qualche anno fa lanciavano i sassi dai cavalcavia. E mi chiedo quanti loro coetanei sono in giro a vessare lo scemo di turno, a infilare i petardi accesi in bocca ai cani per il solo gusto di mutilarli, a violentare giovani turiste straniere o a pianificare lo stupro della Milf di turno, eccitati dall’ultimo porno scaricabile in rete, ma già pronti a trasformarsi nei futuri hater manovrabili a comando dalle forze politiche che invocano più sicurezza per tutti.
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