Stamattina, poco prima
di uscire, ho guardato il video di una lectio magistralis di Goffredo Fofi che
con la sua nota modestia dice di essere diventato l’uomo che è per aver
conosciuto tutta una serie di persone straordinarie che lo hanno aiutato a
crescere. Al suo confronto, mi accorgo, io non conosco nessuno di altrettanto
straordinario e se qualcuno conosco non è detto che quel qualcuno riconosca me –
ad esempio stanotte una celebre scrittrice, scambiandomi per un altro, mi ha
chiamato Daniele per tutto il tempo. Però poco fa ho visto un ragno, uno di
quei ragni elegantissimi con le zampe lunghe, che attraversava la strada. Era
fermo sul marciapiede di fronte al semaforo rosso, anche se la strada era
deserta, ma quando è scattato il verde il ragno è partito e ha attraversato la
strada insieme a me. Fofi, a un certo punto del suo intervento, consiglia – a ragione
– di leggere Fontamara di Silone, libro
che nessuno più considera ma ancora attualissimo. Io, invece, consiglio di dare
la precedenza ai ragni, così da ritrovare almeno in loro la meraviglia che non
ci viene più dai libri.
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