Leggo in questi giorni Conversazioni con Billy Wilder, libro intervista scritto da Cameron Crowe (Adelphi) e mi accorgo di come molte delle maldicenze che girano su Humphrey Bogart intorno al film Sabrina nascano da queste pagine. In sostanza Bogart, che era un alcolista con una tremenda paura di invecchiare, si lamentava di venire poco considerato sul set per via dei suoi rapporti con Audrey Hepburn: i due si detestavano a pelle. Wilder, che riconosce il talento di Bogart ma era amico intimo della Hepburn, nella sua autobiografia maltratta Bogart raccontando particolari che vanno dal pettegolezzo (Bogart, rivela, sputacchiava quando parlava) all’accusa di essere un antisemita, anche se poi aveva sposato l’ebrea Lauren Bacall. Che Bogart fosse antisemita io non l’ho mai letto altrove, quindi presumo fosse un’idea tutta di Wilder, ma questa la dice lunga su quanto fossero tesi i loro rapporti. Wilder fra l’altro si attribuisce la colpa di aver dato il via alle ostilità, quando rammenta che durante un piccolo ricevimento dato per festeggiare il primo giorno di riprese del film si fosse dimenticato di invitare proprio Bogart. Lui la giustifica come una svista, ma come fai a dimenticare il coprotagonista del tuo film? Bogart la prese male e disse che era in atto una congiura contro di lui, considerato anche il fatto che la Hepburn e William Holden, il terzo protagonista (anch’egli amico intimo di Wilder), erano amanti. Ma Wilder nell’autobiografia dice che questa tresca – confermata dalla stessa Hepburn – era un’assurdità a cui non credeva e che Bogart, che oltre a essere antisemita era anche pazzo, si era inventato tutto. Povero Bogie.
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