giovedì 10 febbraio 2022

catastrofismo

Un paio di giorni fa la tutela dell’Ambiente è entrata nella Costituzione italiana. La speranza è sempre quella che un simile passo sia in grado di sistemare le molte contraddizioni del nostro paese dove notoriamente con l’ambiente, alla Totò, ci si pulisce il culo. Non parlo nemmeno di abusivismo edilizio, che è il male peggiore. Ma mi ha fatto specie lo stesso giorno sentire Tajani in tv dire che l’ambiente va difeso ma in maniera intelligente: il rispetto è una cosa, ma se questo rispetto preclude l’innovazione, ad esempio del nucleare, è una fesseria. E faceva l’esempio della Francia. Dopo nemmeno un giorno, però, ieri c’è stato il terremoto in Emilia, a ricordarci che uno dei motivi per cui non si volevano le centrali nucleari è il fatto che il nostro è un ambiente sismico, più simile al Giappone che alla Francia – se Tajani non ci crede potrebbe parlarne con Berlusconi che a L’Aquila ne ha fatte di tutti i colori – e sarebbe da chiedergli: ma tu sei pronto a giurare oltre ogni ragionevole dubbio che se fai una centrale in Italia e c’è un terremoto, non ne viene fuori un disastro? Questo è catastrofismo, lo so, e col catastrofismo non si fa mai nulla, ma l’ultima volta si propose di farne una, in Puglia, a Torre Guaceto che è zona ambientale protetta da prim’ancora che l’Ambiente finisse nella Costituzione. La mettiamo sotto la sabbia così nessuno la vede, si disse, e per me vale come esempio del fatto che, anche in politica dell’Ambiente c’è un’idea piuttosto vaga e approssimativa, e prima ancora di parlare di “riconversione verde” dovrebbero capire cos’è. Intanto le bollette rincarano, e forse alle porte c'è un’altra guerra che porterà qui nuovi immigrati, l’innovazione tecnologica promessa dicono che rallenterà per favorire la necessità di lavoro delle industrie – persino nella più evoluta Germania stanno riconfermando l’energia a carbone – e a questo punto le centrali nucleari ultramoderne e sicure, senza scorie, che promettevano di avere in vent’anni di ricerca, ce ne metteranno forse trenta o trentacinque ad arrivare. Ovviamente non puoi fare all’ultimo minuto tutte le cose che dovevi fare ieri l'altro senza trovarti in affanno. Ma non dicevano allarmati che avevamo passato il punto di non ritorno? Non si era detto che o facciamo così ora o si muore tutti quanti domani in un disastro ambientale? O anche LA FINE catastrofica che ci annunciavano, visto il periodo di crisi economica, ha deciso di posticipare i suoi effetti a dopodomani per darci una mano? Erano tutte bufale dei giornali o i problemi sono così tanti che ci si sono ingolfati e adesso non sanno più nemmeno loro di che morte dobbiamo morire? Sinceramente più vado avanti e meno lo capisco. Ma faccio come tutti, me lo chiedo un giorno sì e due no, così almeno nei part-time vivo sereno.


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