domenica 22 maggio 2022

penna

Salone del libro. Un torinese in perfetto spirito napoletano facendo riferimento a un non specificato stand (punta il dito verso l’orizzonte) mi avvicina con un sorriso e la chiacchiera facile e mi intorta rivendendomi una penna omaggio per 5 euro. Parte dicendo che è un editore in difficoltà, passa a piangere le miserie del mercato, della famiglia e dei figli che deve sfamare, e finisce per chiedermi un’offerta (“quello che vuoi Antò, una pizza e una cocacola”) per sé e i suoi amici, un gruppo di scalcagnati come lui che gli sta dietro, in cambio della penna. Volevo dargli un euro ma era poco, tanto fa che gliene ho dati 5, ma ne voleva 8 (“non sono un bandito, Antò, non ti preoccupare” ripete due volte). La particolarità della penna, vanta, è che ha un calendario incorporato a tendina che puoi tirare fuori all’occorrenza (“così quando ti fai una scopata, Antò, te la puoi segnare qui per ricordarti l'anniversario”). Ma se il calendario è nella penna, come fai a scriverci con la stessa penna? Lui mi guarda furbescamente: è questa la genialata, Antò, che te ne devi prendere un’altra. Quando capisce che non andrò oltre le 5 euro chiude rapidamente e mi saluta. “Mi sei simpatico, Antò, scegli un colore!” Le penne erano rosse, bianche e verdi. Ho scelto verde. Ho pensato che magari mi porta fortuna.

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