per Erik Lemke (1979-2012)
1.
Un colibrì vola dentro una finestra
che assomiglia al cielo. Tutto qui attorno
assomiglia al cielo. Il cielo sembra una tigre striata.
Chiamano questo tipo di nube
qualcosa. Conosco qualcuno
che sa delle nuvole. Posso
scoprirne il nome. Tutto qui attorno
ha un nome.
2.
Il colibrì cadde sulla veranda. Mio marito lo raccolse.
– Cosa si sente ad averlo in mano?
– Niente. Non ho sentito niente.
– Dov’è ora?
– Andato.
– Morto?
– Non morto. Volato via. È scomparso ed è scomparso ancora.
3.
Ti dirò una sciocchezza. Un colibrì volò dentro una finestra...
Ti dirò un’altra sciocchezza. Tradimento,
una volta eravamo amici.
4.
Nei sogni l’uccello
pesa di più, così puoi sentirlo
quando lo raccogli. Così
quando muore sembra
qualcosa di realmente accaduto.
È una parola
legata
attorno alla tua mano e un segnale
sulla strada spogliata.
Una stella di poliestere su una stecca di plastica
legata al segnale.
Asfalto. Palo. Le grinze tese
di una stella grassa.
Piena.
Risplende.
Ci sarà una festa
qui attorno da qualche parte.
L’uccello non pesa niente aspetta da nessuna parte.
Il cielo assomiglia a una finestra e lui ci vola dentro.
(Melissa Ginsburg)