per Erik Lemke (1979-2012)
1.
Un colibrì vola dentro una finestra
che assomiglia al cielo. Tutto qui attorno
assomiglia al cielo. Il cielo sembra una tigre striata.
Chiamano questo tipo di nube
qualcosa. Conosco qualcuno
che sa delle nuvole. Posso
scoprirne il nome. Tutto qui attorno
ha un nome.
2.
Il colibrì cadde sulla veranda. Mio marito lo raccolse.
– Cosa si sente ad averlo in mano?
– Niente. Non ho sentito niente.
– Dov’è ora?
– Andato.
– Morto?
– Non morto. Volato via. È scomparso ed è scomparso ancora.
3.
Ti dirò una sciocchezza. Un colibrì volò dentro una finestra...
Ti dirò un’altra sciocchezza. Tradimento,
una volta eravamo amici.
4.
Nei sogni l’uccello
pesa di più, così puoi sentirlo
quando lo raccogli. Così
quando muore sembra
qualcosa di realmente accaduto.
È una parola
legata
attorno alla tua mano e un segnale
sulla strada spogliata.
Una stella di poliestere su una stecca di plastica
legata al segnale.
Asfalto. Palo. Le grinze tese
di una stella grassa.
Piena.
Risplende.
Ci sarà una festa
qui attorno da qualche parte.
L’uccello non pesa niente aspetta da nessuna parte.
Il cielo assomiglia a una finestra e lui ci vola dentro.
(Melissa Ginsburg)
3 commenti:
http://www.poets.org/viewmedia.php/prmMID/23737
Qui sopra l'originale (sperando di non aver fatto troppi errori).
Melissa Ginsburg è una poetessa americana della mia generazione che, in realtà, non conoscevo affatto prima di oggi.
Ho letto la sua poesia per caso e ho avuto voglia di tradurla. Eric Lemke, a cui è dedicata, era un suo amico poeta.
Io la dedico a mia volta a Fernando Bandini, poeta grandissimo scomparso ieri.
E ringrazio per l'aiuto che mi hanno dato Marco Bertoli e Sergio Pasquandrea.
Ho già commentato su facciadiculibro, ma il blog merita rispetto e attenzione: allora ringrazio nuovamente voi tre, per avermi dato la possibilità di leggere questa splendida poesia.
Ciao!
grazie carlo. fa davvero piacere :)
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