sabato 1 ottobre 2016

ninna nanna

Viaggio in treno, vagone di seconda classe. Seduta di fronte a me una ragazza, credo russa, parla da circa mezz’ora al telefono nella sua lingua. A un certo punto comincia a cantare con voce limpida una specie di nenia, come una ninna nanna del suo paese, mentre il suo viso si scioglie nella luce del vetro. Si ferma, prova a giustificarsi con la persona di là, con tenerezza e apprensione. Poi si accorge che la osservo di sottecchi e forse fraintende il mio sguardo, crede che mi stia disturbando. È mia figlia, mi spiega, sente il rumore del treno e pensa che me ne sto andando per sempre.

2 commenti:

amanda ha detto...

Struggente

Marco Bertoli ha detto...

Spezza il cuore; speriamo che tu te la sia inventata di sana pianta.