«Li associati a delinquere cui per più d’un ventennio è venuto fatto di poter taglieggiare a loro posta e coprir d’onte e stuprare la Italia...»
Comincia così la nuova edizione, stavolta non censurata, di Eros e Priapo, estrema invettiva antifascista di Carlo Emilio Gadda, che all'epoca (1967) venne grandemente ripulita da Adelphi (con editing di Enzo Siciliano) per la violenza del sentimento e l'immaginario osceno, visto che poi il linguaggio è sempre altissimo e visionario. La cosa più sconvolgente del libro non è tanto il livore espresso contro Mussolini e il regime, ma la feroce condanna degli attegiamenti vanesi, velleitari, machisti e brutali della cultura dell'epoca, che non sono per Gadda espressione di una dittatura scesa sull'Italia a umiliarla ma, al contrario, concime di stampo prettamente italiano su cui il fascismo ha attecchito con gusto.
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