A volte, per quanto ci rivela, l’occasione non si fa scrittura, viene sepolta nella sabbia per pudore, nei ricordi dell’autore, come un tesoro che prima o poi riemergerà.
Ad esempio, non ho mai parlato del colore della voce di mio nonno, né di quello dei suoi occhi, un grigio vago che tende all’azzurro, circondato da occhiaie che sanno di cipolle che nessun altro in famiglia ha ereditato. Mio nonno nasconde quel grigio con astuzia e vanità, indossando una serie di pigiama blu scuro di modo che il suo sguardo acquisti profondità di cielo.
Né ho mai parlato di quando in Francia mi sono alzato all’alba per vedere il monte Sainte-Victoire dipinto da Cézanne e lì davanti, minuscolo e solo, ho pensato che era bello come nei dipinti, o della prima volta che ho toccato il mare e ho avuto le vertigini.
Ad esempio, non ho mai parlato del colore della voce di mio nonno, né di quello dei suoi occhi, un grigio vago che tende all’azzurro, circondato da occhiaie che sanno di cipolle che nessun altro in famiglia ha ereditato. Mio nonno nasconde quel grigio con astuzia e vanità, indossando una serie di pigiama blu scuro di modo che il suo sguardo acquisti profondità di cielo.
Né ho mai parlato di quando in Francia mi sono alzato all’alba per vedere il monte Sainte-Victoire dipinto da Cézanne e lì davanti, minuscolo e solo, ho pensato che era bello come nei dipinti, o della prima volta che ho toccato il mare e ho avuto le vertigini.
2 commenti:
La differenza notata nel racconto "Vergogna" aveva a che fare proprio con il pudore :-)
Cela tanti tesori, come in questo caso :-)
Francesca
raccontami il colore della sua voce
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