Questa è una poesia che avevo nel cassetto da alcuni mesi, ne avevo scritto alcuni versi, poi era passata la spinta emotiva che mi aveva guidato all’inizio e l’ho messa da parte. Stamattina, non so nemmeno perché, mentre facevo uno shampoo e ascoltavo un disco di Monk per solo piano, mentre canticchiavo Monk, mi si è spalancata di nuovo, dal nulla, non con il sentimento originale, ormai perduto, ma con qualcosa di più sardonico e fatalista. L’ho appuntata al volo su un foglietto, con la testa piena di schiuma, poi sono tornato sgocciolante a sciacquarmi.
SUL SILENZIO
Devo smetterla di scrivere di te
perché l’amore oggi è troppo personale
a interessare ancora il mondo
coi miei scazzi. La nostra storia
è fatta dei tuoi gesti, banalmente gli sguardi,
i soliti discorsi sul tempo, la spesa,
la gatta, i giornali, tutta questa prosa
che non cede, la prossima
tempesta in arrivo e poi il sereno.
E quella sui libri non è che un riassunto
sbiadito. Di te fra i miei versi rimane
l’immagine fiera di fuggiasca
simile ad Angelica rincorsa
dal furore senza scampo di un amore
impossibile, incerto. Mai
la testardaggine ottusa di chi
proferisce parola per dir “felicità”
come fosse a sé dovuta, una nuova conquista
di cui tace con astuzia. Stare zitta
non sempre è discrezione, una forma
di rispetto per il cuore ripiegato
su se stesso eppure solo. Cara onesta
delle volte una tale ritrosia
fa solo comodo ai tuoi piani, e se c’è dell’altro tu
non l’hai mai ammesso.
4 commenti:
e se c'é altro
mai te lo saprai dire.
pw
e se c'é altro
mai te lo saprai dire.
pw
ti vengono bene con la schiuma sui "capelli" :D
è sempre la stessa faccenda ingiusta, malinconica e poi incazzata del cuore che organizza feste a cui poi non si presenta nessuno.
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