Ho fatto un sogno. Era il sogno mai sognato di una lunga partita a carte che si riavvolgeva su se stesso per parlarmi e lamentarsi del fatto che noioso com’era non sarebbe mai mancato a nessuno. Gli ho detto che se voleva poteva mancare a me, ché mi mancano già così tante persone che una in più non mi faceva troppo male. Allora il sogno mi ha detto grazie con il sorriso commosso di chi non è abituato alla gentilezza e sta per mettersi a piangere, così per dissimulare la cosa mi ha passato il suo fazzoletto e abbiamo cominciato a piangere in due. Era un sogno dalla lacrima facile. Ma mi dispiaceva che persino lui provasse nostalgia degli altri.
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