È bello che in sogno noi
si riesca ancora a scopare.
Al telefono ieri mi leggevi di rane
di primi baci scoccati da un treno.
Né mi contavano «addio» fra i colpi
di tosse e di nebbia. Soltanto
con pena e malizia: «Lillo mio
chissà». Tema eterno di smentita ché
non «amico» mi chiamavi
ma per nome e mi baciavi
in una anonima stazione nuda
con me in sogno. Con me perduta.
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