Scrive lettere piene di urgenza alla moglie che lo ha allontanato a causa del suo egoismo di scrittore. Da che è morto, occupa la casa del fratello, si occupa dei gatti, annaffia l’orto. Quando può parla con le piante ordinate in lunghe file, i pomidori, le melanzane e i sedani, proprio come faceva lui e non si sente per nulla più stupido, anche se lo prendeva in giro. Si è dato un regime assai rigido, quasi monacale, per non soccombere alla sua disperazione. Si sveglia prima dell’alba per scendere verso l’orto, ancora assonnato e umido. Poi siede alla scrivania fin quando i gatti non vengono a reclamare la loro ciotola piena. Allora si ricorda di mangiare e approfitta della loro compagnia per sentirsi in famiglia. Scrive ancora finché c’è luce, e passa le ultime ore del giorno aggirandosi per la casa vuota che si spegne nel tramonto. Ogni volta la sente meno sua. Non la capisce a fondo. Gli ricorda suo fratello. Eppure vuole risolvere il mistero della casa. Perché ogni stanza è occupata da così tanti divani, da cinque a sette per camera? A chi sono stati riservati? Quali ospiti stanno ancora aspettando?
2 commenti:
Lo scopriremo?
non credo :)
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