venerdì 22 febbraio 2019

come un veleno

"La Tav si farà" dice sicuro Salvini che oramai, avendo vinto su tutta la linea nel suo confronto con i Cinquestelle, si prepara idealmente a diventare futuro premier. "Chi lo vota uno così?" si chiedono in tanti. Eppure, solo un anno fa la Lega era un partito in bancarotta, colpevole di aver derubato lo Stato per 49 milioni di euro. E ho visto io stesso Salvini, appena sei anni fa, preso a uova marce in una piazza del Sud dove poi ha preso voti. Oggi lo stesso Salvini è lì indisturbato e quasi ammirato a far le sue cose, c'è chi lo indica come un leader, Bossi passa per uno statista, e si discute di secessione da Nord a Sud. Dopo il quasi ventennio di Berlusconi, colluso con la mafia, Salvini, leader di un partito di ladri, continua a corrodere e disgregare il nostro tessuto sociale per meglio spezzarci il collo, arrivati al dunque. Confermando come questo nostro Stato, avendo perso qualsiasi fiducia in se stesso e nel proprio futuro, si affida ormai a una manica di criminali per farsi meglio ammazzare dall'interno, come un veleno. Proprio come succede in un certo romanzo di Sciascia che diceva tutto a tutti senza venir creduto, additato anzi come disfattista. Sciascia che giustamente non viene studiato a scuola non perché meridionale (come insinuano, ma figurati se è vero), quanto perché ciò che scrive, una volta compreso, spaventerebbe a morte i ragazzi.

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