Ho letto la prima volta Pedro Páramo anni fa, quando non ero ancora pronto e infatti non mi era piaciuto granché. L'ho riletto quasi per caso ieri notte e mi ha fatto una grande impressione, quasi paura anzi. La differenza ovviamente è dipesa dal fatto che la prima volta ancora no, mentre adesso, ad anni di distanza, ne ho fatto abbastanza esperienza da esserci entrato anch'io, nella morte, proprio come il protagonista del romanzo di Rulfo che non sceglie ma è già dentro Comala prima ancora di accorgersene. Come lui, non riesco a sentirmene più estraneo e infatti cammino in lei e mi fermo a parlare più coi morti che coi vivi, al punto che delle volte mi scopro già morto anch'io.
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