giovedì 6 febbraio 2020

i miei dubbi (da lettore) sul blocco della scontistica

Probabilmente sono io che devo ancora leggerla bene e metabolizzare la cosa, ma facendola molto facile mi sembra che la nuova legge sull'editoria, soprattutto nel blocco della scontistica, non difenda come dovrebbe né i lettori né i piccoli editori. Specie in un paese come l'Italia dove non c'è quasi una cultura alla lettura e il mercato è risicato. Parlo da lettore e mi faccio i conti in tasca, io se ho 20 euro da spendere e devo scegliere se comprare un libro Adelphi (editore a caso che mi piace, ma vale un altro grande qualsiasi) e uno di Pietre Vive (chi è?), se Adelphi mi fa sconto del 25%, lo sforzo di aggiungere qualcosa per comprare entrambi i titoli lo faccio. Se lo sconto è del 5% su un titolo che già di suo è costoso, comprerò semplicemente Adelphi, perché è il marchio più forte, prestigioso e di cui mi fido. La curiosità va bene se ci sono i soldi, altrimenti si deve tirare la cinghia. E il libraio, così come lo store online, nella maggior parte dei casi spingerà di più Adelphi, proprio perché vende più libri suoi che miei e ci campa (il monopolio non è fatto solo di sconti, ma anche di pubblicità e autori e traduttori che posso o no perettermi). Quindi i librai sono certamente difesi dagli store online, ai distributori che fanno male a tutti ma soprattutto ai piccoli editori non cambia nulla (chissà perchè?), io lettore comprerò un libro in meno di un editore di cui mi piaceva la copertina ma chi lo conosce alla fine: io sempre 20 euro posso spendere. Io piccolo editore venderò un libro in meno e morirò un po' prima mentre aspetto che gli investimenti sulla promozione alla lettura vengano intercettati da qualche assessore alla cultura illuminato e facciano effetto su un mercato talmente ridotto che poche milioni di persone devono sobbarcarsi economicamente l'intera filiera. Perché ci si scorda sempre questo, che a fare il nostro mercato editoriale non sono né gli editori né i librai, ma quei circa 10-12 milioni di persone che comprano libri con amore, costanza e sacrifici su circa 60,4 milioni di italiani. E il problema vero è quello.

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