Ieri ho scoperto, parlando con un illustre dantista, che il sommo poeta, sopratutto in tarda età, ovvero intorno ai 50, oltre a essere tutt'altro che pacificato nei bisogni della carne, aveva il gusto per le giovani ragazze e pagava profumatamente per deflorarle, con ancora più gusto se poteva esercitare lo ius primae noctis con quelle in età da marito. Si parla, visti i tempi, di giovani di nemmeno vent'anni. E mi chiedevo se i puristi della letteratura moralizzata, sapendolo, direbbero che questo è un comportamento abbastanza sconveniente, tanto da essere meritevole di censura della Commedia a scuola, oppure visto che, inferno per inferno, sempre di corna si tratta (degli altri), se ne può andare fieri e lieti per il Paese di Dante sì, ma pure di Boccaccio.
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