Alcuni librai m’impongono
di non pubblicare i poeti
se voglio arricchirmi e arricchire
e si scusano quasi di non vendere
ciò che non propongono al lettore
per sfiducia nei miei libri.
Alcuni lettori mi confidano
di preferirli morti i poeti
ché come il formaggio invecchiano
e più puzzano e più hanno da dire
a chi vive il suo presente
senza storia e senza rime.
Alcuni editori mi consigliano fratelli
di non pubblicare i poeti
se davvero voglio mettermi alla pari
nel mondo degli affari
ch’è spietato con chi gira abbaiando
come i cani alla luna.
Alcuni editori sono soli.
Alcuni poeti mi rinfacciano
di non pubblicare i poeti
che odiano e fanno liste
prescrittive d’incapaci
fuori dalla cerchia degli “amici”
e dalla rete dei prefetti letterati.
Alcuni aspiranti mi intercettano
per farsi pubblicare
ma senza più conoscere la regola del verso
quello che rimane è nostalgia
o la boria dei poeti che sarebbero
se qualcuno li volesse pubblicare.
Alcuni editori sono soli.
Qui piove.
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