Oggi
mi sono preso il pomeriggio e ho visto di seguito “Jess il bandito”
(1939) di Henry King, con Tyrone Power, Henry Fonda e John Carradine;
“Il vendicatore di Jess il bandito” (1940) di Fritz Lang, che ne è il
seguito e mantiene quasi lo stesso cast; “Ho ucciso Jess il bandito”
(1949) di Samuel Fuller, con John Ireland, Barbara Britton e Preston
Foster. Ogni titolo analizza il percorso di ciascuno dei tre
protagonisti della stessa epopea western, dove il leggendario Jesse
James, a capo di una banda di rapinatori, viene tradito da uno dei suoi
complici, Robert Ford, che lo uccide sparandogli alle spalle per poi
fuggire inseguito da Frank, fratello di Jesse, in cerca di vendetta. Il
primo dei tre titoli, uscito nello stesso anno di “Ombre rosse” di John
Ford, in patria viene considerato un classico del genere, ma è
sostanzialmente un buon film di intrattenimento; il secondo, fra i
minori di Lang, ha un tono ancora più scanzonato e anticipa per certi
versi uno spaghetti western. In entrambi giganteggia Henry Fonda nel
ruolo di Frank James, spalla di un fratello ingombrante di cui deve
prendere suo malgrado il posto spinto dal proprio senso del dovere. Il
terzo film, invece, è il primo diretto dal grande Samuel Fuller che
trasforma la vicenda western in una tragedia greca, intinta in un bianco
e nero sporco, dove non è più possibile distinguere i buoni dai
cattivi, gli innocenti dai colpevoli, perché, nonostante sia Robert Ford
(un John Ireland istintivo, amorale ed egoista) quello marchiato
dall’infamia di traditore, a loro modo traditori lo sono tutti.
Nessun commento:
Posta un commento