domenica 26 dicembre 2021

pomeriggio a tema


Oggi mi sono preso il pomeriggio e ho visto di seguito “Jess il bandito” (1939) di Henry King, con Tyrone Power, Henry Fonda e John Carradine; “Il vendicatore di Jess il bandito” (1940) di Fritz Lang, che ne è il seguito e mantiene quasi lo stesso cast; “Ho ucciso Jess il bandito” (1949) di Samuel Fuller, con John Ireland, Barbara Britton e Preston Foster. Ogni titolo analizza il percorso di ciascuno dei tre protagonisti della stessa epopea western, dove il leggendario Jesse James, a capo di una banda di rapinatori, viene tradito da uno dei suoi complici, Robert Ford, che lo uccide sparandogli alle spalle per poi fuggire inseguito da Frank, fratello di Jesse, in cerca di vendetta. Il primo dei tre titoli, uscito nello stesso anno di “Ombre rosse” di John Ford, in patria viene considerato un classico del genere, ma è sostanzialmente un buon film di intrattenimento; il secondo, fra i minori di Lang, ha un tono ancora più scanzonato e anticipa per certi versi uno spaghetti western. In entrambi giganteggia Henry Fonda nel ruolo di Frank James, spalla di un fratello ingombrante di cui deve prendere suo malgrado il posto spinto dal proprio senso del dovere. Il terzo film, invece, è il primo diretto dal grande Samuel Fuller che trasforma la vicenda western in una tragedia greca, intinta in un bianco e nero sporco, dove non è più possibile distinguere i buoni dai cattivi, gli innocenti dai colpevoli, perché, nonostante sia Robert Ford (un John Ireland istintivo, amorale ed egoista) quello marchiato dall’infamia di traditore, a loro modo traditori lo sono tutti.

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