Parlando del libro di storie editoriali che tutti mi dicono di scrivere, mi sono appena ricordato di una volta, durante una fiera, in cui passai alcune ore insieme a un editore che faceva di tutto per evitare un suo autore che lo chiamava per vederlo. L’autore, anche lui in fiera, ci teneva a parlargli perché voleva sapere quante copie dei suoi libri erano state vendute. L’editore, che faceva dei giri assurdi per evitarlo, mi disse che l’autore, pensionato, non vendeva nulla, nemmeno una copia, e se lo avesse scoperto sarebbe caduto in depressione. Né lui non poteva dirglielo per ordine categorico della moglie dell’autore. In pratica i libri dell’autore venivano finanziati da sua moglie che si era stancata di avere questo depresso per casa. Va bene, ma dov’è il problema, faccio io, tu digli che ha venduto delle copie. Ma scherzi? Poi quello comincia a rompermi per farsi pagare i diritti, così fa vedere alla moglie che è bravo. E io che faccio, prendo i soldi dalla moglie per darli al marito?
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