Io certe volte, quando leggo quei post dove, per invogliare al voto, scrivono che chi non va a votare perché dice di non sentirsi rappresentato da nessuno fa un favore all'avversario (ma l'avversario di chi?), e non conta tanto sentirsi rappresentato da qualcuno, quanto piuttosto opporsi al nemico; quando leggo quei post lì ogni volta penso che chi li scrive sta implicitamente dicendo che nemmeno lui/lei crede più alla democrazia italiana, che almeno sulla carta dovrebbe essere "rappresentativa" (cioè funziona se io mi sento rappresentato, se non mi sento rappresentato da nessuno allora non funziona più) e quindi nei fondamentali da ragione alla Meloni che vuole cambiarla; e quindi, non potendo per principio dare ragione alla Meloni, che è l'avversario, e non potendo più fare un discorso realmente democratico, perché lui/lei per primo nega la democrazia nel suo principio più importante: la rappresentatività, invece di chiedere a gran voce dei veri rappresentanti e rifiutarsi di accontentarsi dei meno peggio, ogni volta, da anni, si proietta in una dimensione pre-democratica dove l'importante non è vincere democraticamente, ma abbattere più nemici è possibile, in questa simulazione della guerra, come se si fosse ancora tutti in montagna (ma tutti chi?). Da cui il perenne richiamo alla resistenza: c'è chi è morto per darci questo diritto, si rampogna, e infatti noi, invece di coltivarlo e farlo crescere rigoglioso, gli abbiamo tagliato piano piano i rami, fino a ridurlo a un bonsai da tenere in salotto.
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