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mercoledì 24 maggio 2023

farsi pagare

Amelia Rosselli, comunque, quando la invitavano a leggere in pubblico si faceva pagare. Non diceva per carità la poesia è un dono del cielo, da condividere, diceva io prendo una pensione di 490mila lire al mese, devo pagare l'affitto e se vengo a leggere mi paghi. Così se partecipava a un evento, anche ridicolo come Castelporziano, se ne fregava di tutto e tutti, saliva sul palco, si esibiva al meglio che poteva, prendeva i soldi e andava a casa. Ed era pure iscritta al PCI.

domenica 21 maggio 2023

una storia comica e perfettamente editoriale

Rileggo "Miss Rosselli" di Renzo Paris e trovo comica, come la prima volta che l’ho letta, la storia della pubblicazione del suo primo libro, "Variazioni belliche". La Rosselli all’epoca ha 30 anni, vive in Italia pur non avendo ottenuto la cittadinanza (è a tutti gli effetti un’esule in patria) e sente di non aver concluso ancora nulla nella sua vita. Manda le sue poesie a Bobi Bazlen (Adelphi) che apprezza ma non ha i mezzi per pubblicare («Come al solito qui molti promettono e pochi possono», commenta la Rosselli in una lettera), poi va da Feltrinelli che la consiglia di rivolgersi a un editore “minore”, poi va da Mondadori, che le chiede un contributo economico. Infine, alla vecchia maniera italiana, va da suo cugino Alberto Moravia che la presenta a Pier Paolo Pasolini, il quale mette una buona parola e la fa pubblicare da Garzanti. Garzanti, dopo due anni, le rendiconta 0 vendite, nemmeno una copia venduta, cosa che fa inviperire la Rosselli, la quale replica all'editore che 1 copia l'ha comprata lei in libreria, quindi non possono certo essere 0. Ma l’opera, a parte una stroncatura di Spatola, piace tanto al Gruppo 63 che la invitano al celebre convegno di Palermo con cui provano, durante un’intensa settimana di lavori, a svecchiare il panorama della letteratura italiana, asfittico e colluso col potere, anche se la Rosselli li definisce dei provinciali arrivati in ritardo. Ironia della sorte, l’albergo che ospita il convegno del liberissimo Gruppo 63 è di proprietà di un noto esponente della P2.


venerdì 5 maggio 2023

linguaggio

A fine mese mi hanno chiesto di fare una lezione in una scuola su tre poetesse. Due me le hanno proposte loro e la terza ce l'ho messa io. Antonia Pozzi, Amelia Rosselli e Claudia Ruggeri. Loro mi hanno proposto le ultime due, io ci ho messo la Pozzi. Tutte e tre si sono tolte la vita, la Pozzi e la Ruggeri prima dei trent'anni. La Rosselli e la Ruggeri vivevano nella loro particolare lingua, con la Ruggeri che però aveva anche una fortissima attitudine performativa. La Pozzi viveva nel mondo (meglio ancora in un mondo naturale e solitario, ma sereno), la sua poesia era altrettanto perfetta nella sua maggiore semplicità perché non scavava nella propria carne ma guardava fuori, si stupiva di continuo. E ti stupisce che una ragazza le cui poesie sono scritte fra i 17 e i 26 anni abbia una tale proprietà di linguaggio, e uso il termine proprietà apposta, perché il suo vocabolario non era poi così ricco, né così ricercato, semplicemente sapeva mettere le parole giuste al posto giusto, poche semplici parole dove servivano e che danno sempre ai suoi testi questo senso di autenticità luminosa e ampia, immediata. E di modernità. Raramente i testi della Pozzi sembrano datati e anche in questo la scelta di un vocabolario essenziale ha fatto la sua parte...

mercoledì 25 aprile 2018

poesia per una foto


La libertà che cara avevo in cuore 
ora nel cuore soprattutto che sei morto 
sta più al sicuro ché libera mi sento nel 
tuo nulla, la libertà di dire che sei morto.