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lunedì 9 agosto 2021

grazie, angela

Oggi ascoltando il TG pensavo che solo due anni fa quando Greta Thumberg diceva che il mondo stava andando a rotoli c’era molta gente che la sfotteva come cretinetta o mostro e minchionava le migliaia di giovani che la seguivano. Appena due mesi fa, più in piccolo, quando scrissi un post in cui dicevo che secondo me le mascherine chirurgiche usa e getta sono inquinanti per il pianeta, ci fu chi mi rispose “pensa alla salute, che poi si pensa al mondo”. Ma da un mesetto a questa parte, da quando cioè Angela Merkel ha pubblicamente ammesso che le alluvioni che hanno devastato alcune regioni del sud della Germania sono state causate da una catastrofe ambientale a cui abbiamo contribuito tutti, ho questa sensazione: che sia cambiato improvvisamente il modo di raccontare questa storia. Anche sui media, almeno in Italia, da circa un mese, da quell’annuncio fatidico della Merkel, non c’è un solo Tg che quando parla di disastri, come l’ultimo in Grecia, non metta sempre in evidenza i danni irreversibili all’ambiente causati dalla nostra cattiva gestione del pianeta, e quello che ci aspetta di qui a pochi anni (cose molto brutte). Di fronte a tutto questo mi viene da dire grazie alla Merkel e ancora: era ora, speriamo che adesso qualcosa cambi.


giovedì 31 maggio 2012

tre considerazioni sul disastro in emilia e dintorni

Prima considerazione. Con tutto il rispetto per le vittime, da ciò che si vede il terremoto in Emilia Romagna rimarcherà ancora una volta la differenza di trattamento istituzionale fra Nord e Sud del Paese. Se così non fosse il copione è già scritto (L'Aquila, l'Irpinia, ecc...) e l'Emilia è condannata.
Seconda considerazione. Arriva oggi la notizia, già paventata, dell’aumento di altri due centesimi sulle accise benzina. In questo modo l’intero Paese, meno qualcuno, si assumerà il compito di ricostruire l’Emilia. La speranza (sempre per la storia del copione qua sopra) è che i soldi arrivino a chi servono. Per il resto è altrettanto chiaro, in nome del decreto “quando si comincia non si torna più indietro”, che i nostri nipotini non vedranno la pensione ma pagheranno ancora quei due centesimi, finendo per considerare l’Emilia esattamente come l’Etiopia: un nome su un elenco senza più lacrime a mitigare la vergogna.
Terza considerazione. Già da un po’ mi sono fatto l’idea che il momento più basso della storia della nostra Repubblica l’abbiamo raggiunto con Napolitano, quel giorno in cui la Merkel si è sentita costretta a chiamarlo per “suggerirgli” di mandare a casa Berlusconi, dopo anni di agonia, silenzi oppure menzogne. La verità nuda e cruda è che Napolitano è vecchio (non solo in senso anagrafico) e inadatto ai tempi che corrono. Ci sono molti ruoli che un uomo può giocare in particolari periodi storici e non a tutti è dato di averli in primo piano. Se Napolitano, che un giorno verrà ricordato come il telefono bianco del Quirinale, al momento giusto fosse rimasto a casa a scrivere le sue memorie quanto più bene avrebbe fatto al nostro Paese.