martedì 6 novembre 2018

dopo la fiera

Mi pare, ma ogni fiera ormai me lo conferma, che si stia diffondendo il grosso equivoco che NO EAP sia, a prescindere, sinonimo di qualità. Che il fatto che l'autore venga garantito in fase contrattutale dia al libro una sorta di bollino blu di garanzia per il lettore. Non è così. E con questo non sto difendendo l'editoria a pagamento, però, va detto a onor del vero, che ho visto libri di editori che sono dichiaratamente a pagamento, che sono belli, fatti bene, libri che, diciamolo chiaramente, spesso ne stampi 200 copie e se ti va bene ne vendi 15; e, di contro, ho visto libri di fieri editori NO EAP che, per dire pane al pane, fanno cagare, per come sono fatti i libri (e qualsiasi cosa se ne dica grafica, font, impaginazione, copertina, qualità della carta FANNO il libro, se ti piace il libro, altrimenti non si capisce perché non ti scarichi un ebook) ma anche perché propongono autori che letteralmente non andrebbero pubblicati, ma lo sono 'anche' perché, pur essendo pessimi scrittori, sono ottimi rivenditori di carta igienica e l'editore (qualsiasi cosa se ne dica) dovrà pur mangiare, oltre a pagare quelle cose insulse e altamente anticulturali che sono le bollette, gli stipendi. Non ci prendiamo in giro, questo è il sistema delle Major, delle grosse case editrici che pubblicano 5000 porcate e 20 buoni libri per pagare gli stipendi di tutti. E io non so dire se è giusto o sbagliato, non ho una soluzione per questa cosa, non sono nessuno per parlare agli altri né per dare loro delle lezioni morali; ancora di più, io pubblico poesia: ciò significa che non ho nemmeno una seria competenza, una visione del mercato editoriale, come ogni fiera dolorosamente mi conferma, e che ho scelto il fronte sbagliato su cui lottare, quello dove non c'è lieto fine e sai già che morirai lottando (la legge Bacchelli in questi giorni invocata per Beppe Costa un giorno, se mi andrà bene, toccherà richiederla anche per me). Però mi chiedo, e questo lo domando anche al lettore, che è COMPLICE di questo sistema, e non può fare finta di nulla, non assumersi le proprie responsabilità: quanto è etico "non far pagare l'autore" per poi diffondere della pessima letteratura? Quanto è etico sollevare un libro dal tavolo, sfogliarlo, rendersi conto che è buono e poi rimetterlo sul tavolo per passare a qualcosa di più facile, senza mettere nemmeno in discussione il fatto che così si contribuisce allo sfacelo?

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