La mancanza di senso critico di taluni poeti non finirà mai di stupirmi. Vedi quello che si definisce "strano e sperimentale" a cui consiglio di leggere Zanzotto per fargli capire delle cose e mi risponde serio: "Ecco, lui è quasi come me". Allora preferisco quelli come il professore in pensione che è venuto a trovarmi in studio per propormi il suo libro in abusato stile ungarettiano, ma quando scopre che prima qui c'era la macelleria di mio padre, con tanta ironia mi dice: "Allora siamo andati in perdita, che se c'era tuo padre nu stùzze de carne ci arrivava, invece ddò coi libri c'jème a ffè?". E ci siamo fatti una risata.
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