«Felici?» esclamò Mrs. Flat guardandomi con occhi stupiti «come potete essere felici, quando i vostri bambini muoiono di fame e le vostre donne non si vergognano di prostituirsi per un pacchetto di sigarette? Voi non siete felici: siete immorali».
«Con un pacchetto di sigarette» dissi a voce bassa «si comprano tre chili di pane».
Mrs. Flat arrossì, e mi fece piacere vederla arrossire.
«Le nostre donne son tutte degne di rispetto» dissi «anche quelle che si vendono per un pacchetto di sigarette. Tutte le donne oneste di tutto il mondo, anche le donne oneste d’America, dovrebbero imparare dalle povere donne d’Europa come si possa prostituirsi con dignità, per sfamarsi. Sapete che cosa è la fame, Mrs. Flat?»
«No, grazie a Dio. E voi?» disse Mrs. Flat. […]
«Quando tornerete in America» dissi «avrete almeno imparato questo fatto orribile e meraviglioso: che la fame, in Europa, si può comprare come un oggetto qualunque».
«Che cosa intendete dire per comprare la fame?» mi domandò il Generale Cork.
«Intendo dire comprar la fame» risposi «i soldati americani credono di comprare una donna, e comprano la sua fame. Credono di comprare l’amore, e comprano un pezzo di fame. Se fossi un soldato americano, comprerei un pezzo di fame, e lo porterei in America per farne un regalo a mia moglie, per mostrarle che cosa si può comprare in Europa con un pacchetto di sigarette. È un bel regalo un pezzo di fame».
Curzio Malaparte, La pelle, Adelphi 2010, pag. 216
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