Trovo doveroso e giusto, in un Paese che si fa vessillo di frasi ambigue come "aiutiamoli a casa loro" aiutare a casa sua, la nostra stessa casa, uno dei nostri poeti, uno che ha dedicato la sua intera vita a sollevare i cuori attraverso l'uso della parola e dei libri, che sembrano ormai sempre più oggetti alieni, caduti sulla Terra dal cielo, tanto affascinanti quanto incompresibili. Lo trovo moralmente imprescindibile. Perché non è vero, come diceva Moravia, che di poeti ne nasce uno ogni cento anni, però non sono tanti, e di quei pochi che abbiamo dobbiamo prenderci cura.
E di seguito una sua poesia:
quanta tenerezza e follia insieme
dolce l’odore si insinua e prende
e resta fra le mani nella mia notte insonne
mentre ti guardavo sognare intrecciavi le dita
alle mie scostando con dolcezza i tasti
cos’è naturale amarti allo spasimo
o vederti ridere di gioia?
cos’è naturale vestirmi come un frate
alla tua chiesa?
e confessare a te tutti i miei peccati
di averti presa tutta la notte
di scivolare dentro il tuo destino
di sentirti sospirare tutto il tuo piacere?
cos’è naturale averti addosso pelle contro pelle
avere i tuoi colori dentro gli occhi
quanta tenerezza
sentire il tuo respiro mischiato al mio
cos’è naturale, forse innaturale amarti
come sarebbe possibile avere il tuo pensiero
averti tutta mia senza scadenze
cos’è amore mio, non lo so
tu sei cosciente
tu quando ami non è tanto per dire
tu dici amore non per trasgredire
tu, se mi chiami amore,
lo dirai per sempre...
Beppe Costa
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