La convinzione diffusa secondo cui un poeta scrive sempre per qualcuno è vera solo a metà ed è gravida di non pochi equivoci. Alla domanda «Per chi scrivi?» meglio di tutti rispose Igor Stravinskij: «Per me stesso e per il mio ipotetico alter ego». Consciamente o no, nel corso della propria carriera ogni poeta è alla ricerca del lettore ideale, del proprio alter ego, giacché un poeta ambisce alla comprensione e non al riconoscimento.
[Iosif Brodskij, Nota in calce a una poesia, trad. Serena Vitale, in Il canto del pendolo, Adelphi 1987, pag. 201]
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