Guardo, turbato, il tg. Da una parte del mondo (la parte giusta) la caccia all’islamico per l’attentato di Nizza (84 morti); l’incidente ferroviario fra Corato e Andria (27 morti) che esige pesantemente un colpevole (il «maledetto binario unico»); l’Inghilterra postcoloniale, posteuropea e un poco razzista che ricaccia indietro gli immigrati e si avvia con orgoglio al suo declino. Dall’altra parte del mondo (la parte sbagliata) i gravissimi fatti in Turchia che lentamente si trasforma in dittatura in un bagno di sangue (265 morti, 6000 arresti, ripristino della pena di morte, accuse di cospirazione agli Stati Uniti, avvio della repubblica presidenziale): tutto quanto nel silenzio dei Paesi Democratici e in nome della democrazia. Da una parte del mondo (la parte sbagliata) Qandeel Baloch, modella pakistana, viene uccisa a 26 anni da suo fratello perché eccessivamente libera e disinibita per lo spazio che la morale del suo paese concede alle donne, spazio che lei si è conquistata sui social, fino a diventare un punto di riferimento per altre ragazze. Dall’altra parte del mondo (la parte giusta) migliaia di ragazzini rincretiniti dai social corrono a branchi, calpestandosi l’un l’altro, o incuranti del traffico sotto le macchine, perché incapaci di guardare oltre lo schermo del proprio smartphone, all’inseguimento di un Pokemon. E il giornalista sorride divertito della cosa, come se fosse un gioco.
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