Una volta lessi un articolo (non ricordo di chi) dove, scardinando il principio della scrittura intesa unicamente come arte, come distillato della bellezza del mondo frutto di una precisa visione dell’artista, di un sofferto lavoro creativo (un parto), si sosteneva che campare di scrittura si può eccome, con molta disciplina e dedizione al proprio lavoro, anche pubblicando un libro ogni sei-sette mesi (che sono oggi i tempi medi di vita del romanzo come prodotto editoriale).
Quando, però, ti capitano (e ti capitano) scrittori che di libri all'anno ne pubblicano tre o addirittura quattro, il dubbio un po’ ti viene, e mutuando la querelle del genitore che sottraeva il figlio ai compiti di scuola per godersi un po’ le proprie vacanze, ti viene da chiederti: ma questi, se scrivono quattro libri all’anno, di preciso quando vivono?
2 commenti:
Tu dimmi quando, quando
quando quando quandooooooo…
Basta scrivere ogni anno tre o quattro libri del cavolo, come fa Paolo Nori, e vedi che ti resta anche il tempo per andare in giro
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