Block-notes di un regista (1969), di Federico Fellini, è un documentario prodotto
dalla TV americana. Fellini che doveva essere l’oggetto del film ne
prese in mano la regia e il montaggio trasformandolo in un’opera
d’artista. Proprio per questo, a dispetto dello scopo originale, è un
film pieno di sogni e di menzogne, di invenzioni, spesso autoironiche
(come l’intervista al “latin lover” Mastroianni), oltre che di scene
divertentissime come questa dove c’è un “vero sensitivo”,
Mr. Genius, che deve mettersi in contatto con gli spiriti di alcuni
luoghi da scegliere per le riprese del prossimo film di Fellini, il
Satyricon. Mr. Genius dice di non farcela da solo, perché sente la
presenza degli spiriti dei leoni antichi (“è troppo pericoloso, poi
svengo e non ho la canfora!”) così chiede l’aiuto di una ragazza che li
accompagna: “Marina, vieni Marina, ho bisogno del tuo fluido, tu sei la
vergine vestale!”. La fronte contro la fronte, la pungola: “Dio, come
sei scarica… Fai troppo l’amore! Senti, sento la tua ghiandola pineale.
Domandami, dai domandami, che poi soffro!”. Lei, non sapendo cosa
chiedergli, gli domanda che cosa sente e lui, accasciandosi a terra e
cominciando a gemere: “Sento dei cadaveri! Vedo delle grosse anguille
nere!”. “Ma come delle anguille? Federico, ma che devo fare?” chiede
Marina perplessa.
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