domenica 6 novembre 2022

perché si scende in piazza?

Ho letto poco fa il commento di una donna a un post sull’Ucraina il cui la donna, a favore della pace, diceva sostanzialmente che noi occidentali siamo talmente imbevuti di propaganda da credere, fra le altre, alle storie di stupri delle truppe russe sui civili ucraini, e che “non ci sono prove degli stupri” diceva. Ci sono rimasto. Primo perché, da che mondo è mondo, la prima cosa che fa qualsiasi esercito in una guerra è stuprare i civili; lo fanno tutti, non solo i russi (che conoscono bene questa pratica: basta informarsi su cosa hanno fatto in Germania durante la seconda guerra mondiale), ma anche gli italiani in Grecia e in Africa (Montanelli non era l’eccezione, era la regola), gli americani in Asia, i francesi di Napoleone, gli spagnoli in America, lo facevano gli antichi romani e i greci alla base della nostra cultura, e andando a ritroso nel tempo dubito si possa trovare una qualsiasi civiltà che non abbia avvalorato “l’efficacia” dello stupro in guerra. E mi fa specie, in secondo luogo, che lo dica proprio una donna e proprio in nome della pace, con tutta la cultura dello stupro che si respira oggi nel mondo e con tutte le lotte in corso per la difesa di diritti fondamentali legati alla dignità della donna (vedi l’Iran). Una donna che scrive “non ci sono prove degli stupri di soldati ecco, a pelle mi sembra quasi un controsenso. Tutto si può dire su Russia e Ucraina secondo me, e io non pretendo di avere ragione in merito, tranne che in una guerra non ci sono stupri a decine, ed è innanzitutto per questo che si dovrebbe lavorare per la pace, non pro questo o contro quello, ma per evitare che un qualsiasi soldato si senta in diritto di stuprare, rapinare o uccidere un altro essere umano. Se non lo si fa per questo, perché si dovrebbe scendere in piazza? A volte, invece, da certe cose che leggo, mi sembra davvero che si vada a dimostrare per idee di civiltà così alte che ci si scorda proprio le persone.

Nessun commento: