Ho letto poco fa il commento di una donna a un post sull’Ucraina il cui la donna, a favore della pace, diceva sostanzialmente che noi occidentali siamo talmente imbevuti di propaganda da credere, fra le altre, alle storie di stupri delle truppe russe sui civili ucraini, e che “non ci sono prove degli stupri” diceva. Ci sono rimasto. Primo perché, da che mondo è mondo, la prima cosa che fa qualsiasi esercito in una guerra è stuprare i civili; lo fanno tutti, non solo i russi (che conoscono bene questa pratica: basta informarsi su cosa hanno fatto in Germania durante la seconda guerra mondiale), ma anche gli italiani in Grecia e in Africa (Montanelli non era l’eccezione, era la regola), gli americani in Asia, i francesi di Napoleone, gli spagnoli in America, lo facevano gli antichi romani e i greci alla base della nostra cultura, e andando a ritroso nel tempo dubito si possa trovare una qualsiasi civiltà che non abbia avvalorato “l’efficacia” dello stupro in guerra. E mi fa specie, in secondo luogo, che lo dica proprio una donna e proprio in nome della pace, con tutta la cultura dello stupro che si respira oggi nel mondo e con tutte le lotte in corso per la difesa di diritti fondamentali legati alla dignità della donna (vedi l’Iran). Una donna che scrive “non ci sono prove degli stupri” di soldati ecco, a pelle mi sembra quasi un controsenso. Tutto si può dire su Russia e Ucraina secondo me, e io non pretendo di avere ragione in merito, tranne che in una guerra non ci sono stupri a decine, ed è innanzitutto per questo che si dovrebbe lavorare per la pace, non pro questo o contro quello, ma per evitare che un qualsiasi soldato si senta in diritto di stuprare, rapinare o uccidere un altro essere umano. Se non lo si fa per questo, perché si dovrebbe scendere in piazza? A volte, invece, da certe cose che leggo, mi sembra davvero che si vada a dimostrare per idee di civiltà così alte che ci si scorda proprio le persone.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
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domenica 6 novembre 2022
giovedì 2 gennaio 2020
una donna
A me in tutta questa storia dello schiaffo del papa alla fedele, dispiace soprattutto per la signora asiatica che lo ha strattonato. Siccome in noi non c'è più fede, guardiamo al lato pratico della faccenda: un uomo anziano malmenato ha fatto bene o no a adirarsi? Però, d'altro canto, si parla anche di una semplice donna di fede che si avvicina a un suo mito, al suo punto di riferimento spirituale e per questo sbaglia, eccede nei modi per troppo entusiasmo e così il giorno dopo si ritrova non solo punita dallo stesso papa (cosa per cui non ci avrà dormito la notte) ma persino additata su tutti i giornali del mondo come la stronza maleducata del 2020, oppure come la straniera incivile da cacciare via da questo paese che invece, si sa, è pieno di signori educatissimi. E ho pensato che magari vorrebbe scusarsi anche lei, proprio come ha fatto lui, ma non ne ha la possibilità perché la verità è che di quel che pensa lei, che non è papa, non gliene frega niente a nessuno.
mercoledì 11 settembre 2019
da che parte sto
Non voglio dire che sia una cosa sbagliata, ma pensavo a questa cosa di chi oggi festeggia Facebook perché ha oscurato CasaPound e solo ieri protestava per il fatto che sempre Facebook censura immagini (persino artistiche) inneggianti al corpo nudo delle donne, ritenendole volgari e offensive. Pensavo che il più importante social del mondo ha lanciato questo messaggio: che fascismo e corpo delle donne sono orribili allo stesso modo e per questo censurabili. E mi ponevo il dubbio se c'è da fare un più comodo due pesi e due misure, sacrificando il "male minore" per far fronte al fascismo, oppure cercare di capire, in questo meccanismo, da che parte sto.
domenica 6 gennaio 2019
sentire
Le interviste (come ne leggo tante ultimamente) in cui si chiede a un poeta anziano cosa pensa della instapoetry mi ricordano sempre un dialogo surreale fra nonno e nipote che sentii una volta in pullman, in cui il nipote chiedeva al nonno, che da ragazzo era stato un puttaniere, nel senso che frequentava case chiuse, cosa pensava del porno in rete, e il nonno si agitava: "E che è? Io la femmina la devo sentire".
mercoledì 19 aprile 2017
dove comincia l'odio?
La settimana scorsa, alla presentazione di Storia e Trascendenza, l'ultimo libro che abbiamo pubblicato con Angelo Panarese, un signore presente, molto preparato, ha fatto un commento assai preciso sulle colpe della religione cattolica nello svilimento dell'identità sessuale femminile fino al vero e proprio annientamento ai suoi peggiori estremi. Tutte cose adesso superate (ma davvero? e dove?), che ritroviamo e ci inorridiscono in alcuni fondamentalismi islamici. Eppure, leggevo ieri una biografia di Montanelli in cui parlava del suo matrimonio con la ragazzina eritrea che tanto scandalo gli è costato, e nelle sue memorie lui diceva di aver avuto parecchie difficoltà ad avere rapporti sessuali con lei perché la ragazza era infibulata. E l'infibulazione è pratica ancestrale che nulla c'entra con la religione cattolica, viene molto prima. Per cui adesso mi chiedo: dove comincia tutto quest'odio, e perché? A che punto della nostra storia di umani si comincia a considerare la donna una tale fonte di male da meritarsi una simile vendetta? E quando finisce il male, se non basta eliminare una qualsiasi religione per chiudere la storia (perché l'odio comincia molto prima, dove nessuno più si ricorda)?
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