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giovedì 11 marzo 2021

like

Oggi una ragazza assai gentile mi ha detto che non vede l’ora che esca il mio prossimo libro. Mi ha fatto molto contento, ma anche per questo continuo a interrogarmi sul senso di fare libri, oggi. Spesso leggo autori che, in omaggio a Manzoni, ironizzano sui propri 25 lettori. Probabilmente non si rendono conto che stiamo già realizzando, invece, la profezia/condanna di Andy Warhol, il quale diceva: “in futuro, ciascuno avrà i suoi 15 minuti di celebrità”. Ecco, allo stesso modo, ma senza ironia, si può dire che in futuro ciascuno scrittore avrà i suoi 25 lettori, ma non più di quelli, 25 in tutto. Quanti soldi, quanta fatica, quanto malesangue costa fare un libro, molti non lo immaginano neppure, e tutto questo lavoro spesso lo si fa perché quel libro lo leggeranno 25 persone. Quando ci penso, in parte mi risolleva quanto disse Brian Eno del primo disco dei Velvet Underground, che lo comprarono in 100 ma quei cento poi diventarono tutti musicisti, ne furono stregati; in parte continuo a chiedermi che senso ha. Me lo chiedo soprattutto quando faccio un post buffo su FB per cui prendo magari 50, 70, 100 like e quei like sono la dimostrazione evidente che mi hanno letto e apprezzato il doppio o il triplo delle persone che normalmente comprerebbero un mio libro.

mercoledì 11 settembre 2019

da che parte sto

Non voglio dire che sia una cosa sbagliata, ma pensavo a questa cosa di chi oggi festeggia Facebook perché ha oscurato CasaPound e solo ieri protestava per il fatto che sempre Facebook censura immagini (persino artistiche) inneggianti al corpo nudo delle donne, ritenendole volgari e offensive. Pensavo che il più importante social del mondo ha lanciato questo messaggio: che fascismo e corpo delle donne sono orribili allo stesso modo e per questo censurabili. E mi ponevo il dubbio se c'è da fare un più comodo due pesi e due misure, sacrificando il "male minore" per far fronte al fascismo, oppure cercare di capire, in questo meccanismo, da che parte sto.

lunedì 9 luglio 2018

la mia vita come la vedono gli altri

Non ti ho visto proprio oggi su Fb, che è successo?
Nulla, ho una consegna, sto lavorando.
Tu, stai lavorando? Sì, sto impaginando un libro...
Ahahahah, e che impaginare è un lavoro adesso?

(La mia vita come la vedono gli altri. Un capitolo mai chiuso).

domenica 30 luglio 2017

pranzo di famiglia

Mio padre dice che si è rotto le palle di come vanno le cose in Italia e ci chiede di fargli una pagina Facebook per poter dire la sua senza censure. Ha anche pensato a un nome di battaglia per il suo account: Giuanne Lille u kitemmurt. Quello che in gergo famigliare si dice un picciotto.

mercoledì 12 aprile 2017

consolazione

Come ricordava Marco Bertoli sul suo blog, 60 anni fa veniva inciso questo pezzo (non scritto, visto che Monk lo aveva scritto già 15 anni prima) che coincide con la fase più luminosa della sua carriera discografica, quella in cui tutti si accorgono di lui. Pensavo che sarebbe stato bello fare un post virale per i 50 anni dell'incisione ma poi mi sono reso conto che 10 anni fa mancava Facebook e non era la stessa cosa. Strano come una cosa che c'è ti accorgi che è come se ci fosse stata da sempre, come se non possa più non esserci stata. Lo scriveva Sergio Garufi ed è la consolazione degli ultimi, di chi non ha nulla di particolarmente originale da dire, ma per il solo fatto di averlo detto ha comunque, per quanto lieve, un peso.