giovedì 11 marzo 2021

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Oggi una ragazza assai gentile mi ha detto che non vede l’ora che esca il mio prossimo libro. Mi ha fatto molto contento, ma anche per questo continuo a interrogarmi sul senso di fare libri, oggi. Spesso leggo autori che, in omaggio a Manzoni, ironizzano sui propri 25 lettori. Probabilmente non si rendono conto che stiamo già realizzando, invece, la profezia/condanna di Andy Warhol, il quale diceva: “in futuro, ciascuno avrà i suoi 15 minuti di celebrità”. Ecco, allo stesso modo, ma senza ironia, si può dire che in futuro ciascuno scrittore avrà i suoi 25 lettori, ma non più di quelli, 25 in tutto. Quanti soldi, quanta fatica, quanto malesangue costa fare un libro, molti non lo immaginano neppure, e tutto questo lavoro spesso lo si fa perché quel libro lo leggeranno 25 persone. Quando ci penso, in parte mi risolleva quanto disse Brian Eno del primo disco dei Velvet Underground, che lo comprarono in 100 ma quei cento poi diventarono tutti musicisti, ne furono stregati; in parte continuo a chiedermi che senso ha. Me lo chiedo soprattutto quando faccio un post buffo su FB per cui prendo magari 50, 70, 100 like e quei like sono la dimostrazione evidente che mi hanno letto e apprezzato il doppio o il triplo delle persone che normalmente comprerebbero un mio libro.

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