Visto che siamo nell’anno dantesco, cercavo poco fa su Google alcuni versi di Claudia Ruggeri, poetessa leccese morta nel 1996, forse l’ultima autrice italiana ad avere attinto con più forza alla lezione dantesca, tanto che tutto il suo Inferno minore (Musicaos, 2018) non è in fondo che una rilettura postmoderna di Dante. Cliccando sulla barra di ricerca però mi è comparsa l’altra Claudia Ruggeri, la più famosa e formosa modella che di recente, mi dicevano i titoli, ha spopolato sul web con le sue foto senza reggiseno. Del resto è la legge del contrappasso, e se per ogni Giuseppe Conte poeta c’è pronto un Presidente del consiglio, per una poetessa come la Ruggeri doveva esserci da qualche parte una femme fatale che dava scandalo. Eppure mi sono rattristato a pensare a tutti coloro i quali cercando tette e culi (che pure fanno bene alla salute, chi lo nega) si ritroveranno per questa strana omonimia sul sito della giovane poetessa in bianco e nero e, senza alcun contrappasso nella loro vita, non ne verranno illuminati e nemmeno incuriositi, semplicemente cambieranno canale per nulla toccati da tanta grazia, perché per cogliere certi fiori serve qualcosa in più che allungare le mani.
(e quindi e quasi quasi mi misi
in viaggio e col baleno che salva
l'odore mi chiusi nella pelle
del traghettatore: e volli
il ‘folle volo’ cieca sicura tuta
volli la fine dell'era delle streghe volli
il chiarore di chi ha gettato gli arnesi
di memoria di chi sfilò il suo manto
poggiò per sempre il libro
ed ha disimparato il trucco
per fare il suono mago nel giardino
dell'idem che è perduto…
in viaggio e col baleno che salva
l'odore mi chiusi nella pelle
del traghettatore: e volli
il ‘folle volo’ cieca sicura tuta
volli la fine dell'era delle streghe volli
il chiarore di chi ha gettato gli arnesi
di memoria di chi sfilò il suo manto
poggiò per sempre il libro
ed ha disimparato il trucco
per fare il suono mago nel giardino
dell'idem che è perduto…
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