martedì 16 marzo 2021

puzza

Più mi addentro nel mondo del mercato editoriale e meno lo capisco. Quante complicazioni inutili che ci facciamo, spesso per depistare proprio dai libri, per farli passare per qualcos’altro, qualcosa di più o di meno di ciò che sono, e tutto in nome della sovranità indiscussa del lettore ad assecondare il proprio piacere; fino al punto che certe volte, esagerando, i linguaggi si confondano e più che di libri mi pare quasi che si parli di dildo. Molti lettori, poi, restano delusi perché segretamente cercavano il dildo, ma hanno trovato solo il libro che, a riprova delle apparenze, per dare un qualche piacere deve prima essere letto. Io stesso, corrotto dal sistema, confesso con grande imbarazzo che sulla quarta di copertina dei miei primi libri, facevo di tutto per infilarci la parola romanzo, anche se erano libri di poesia, così da avvicinare più lettori. Era un rimedio da ingenui e ovviamente non c’è mai cascato nessuno, perché il lettore, più dritto di me, quando apriva il libro vedeva tutti quelli a capo, e anche se non aveva mai letto una sola raccolta di poesie in vita sua, ne sentiva la puzza e subito richiudeva il libro.

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