venerdì 8 settembre 2023

integratori

Per due mesi aspetti che ti arrivi in farmacia ospedaliera, a Putignano, un integratore alimentare parecchio costoso, prescritto in ospedale perché necessario a tuo padre per nutrirsi giornalmente e a cui avresti diritto per legge. Intanto che aspetti che arrivi, perché come ti dicono in farmacia ospedaliera “la ditta non ce lo sta inviando, ma stiamo reclamando”, sopperisci comprandone a tue spese un altro (20 euro a confezione) che la farmacia non può darti perché “non c’è stato l’appalto”. Dopo due mesi, stufo di spendere così tanti soldi, chiami tu direttamente la ditta che lo fabbrica per capire che succede, e parlando con un impiegato scopri che il tale medicinale non è più in produzione da mesi. Ma questo non lo sapeva né il dietologo della ASL di Brindisi che te lo ha prescritto, né la farmacia della ASL di Bari che gestisce suddetti “appalti” sui medicinali di tutta la provincia, né la farmacia ospedaliera di Putignano che lo ha ordinato, né chi, da lì, dice di aver fatto il reclamo alla ditta. In mezza Regione, insomma, non lo sapeva nessuno, e va bene, ma vorrei sapere allora, visto che io con una chiamata di dieci minuti ho scoperto che non esisteva più, loro chi hanno chiamato negli ultimi due mesi? Quando gliel’ho detto sono cascati dalle nuvole. Si sono quasi offesi. E adesso ricomincia la trafila per farsi assegnare un altro integratore.

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