sabato 9 settembre 2023

nella sfortuna

Leggevo poco fa il post di una ragazza lombarda, con padre affetto da SLA, che diceva di sentirsi abbandonata da tutti, dalla famiglia, dagli amici, dallo Stato, dalla ASL territoriale, non riesce nemmeno a trovare un badante qualificato per accudirlo a letto, “siamo soli completamente soli” diceva… Ogni giorno ne leggo tanti di sfoghi così. E fa un certo effetto leggerlo per un pugliese, perché siamo così abituati a pensare – con preconcetto tipico di ogni meridionale – che al nord stanno bene o certamente assai meglio di noi e i problemi sono tutti nostri, che spesso non ci rendiamo conto che su non stanno affatto così tanto bene, siamo soltanto noi al sud che stiamo messi ancora peggio di loro. Non c’è più un su e un giù, insomma, c’è soltanto una gara a chi sta peggio, ed è sconfortante. Così, o ti affidi a un servizio medico a pagamento che discrimina fortemente chi non ha mezzi, oppure sei fottuto. Io posso dire che in più di un anno che affronto questa malattia con mio padre, l’unico luogo in cui ho visto una vera eccellenza è stata una clinica privata di Milano che per una visita mi è costata metà di quanto guadagno in un mese (e loro fanno 700 visite al giorno!). Per il resto nel servizio pubblico sono tutti gentili, anche preparati, ma mancano proprio le forze, manca il personale, o i mezzi, una volta in un ospedale del Salento mancavano persino le stampanti, ce n’era una soltanto per l’intero ospedale, e quindi per fare una fotocopia di un documento che serviva, abbiamo dovuto metterci in fila e aspettare 45 minuti il nostro turno. Ma ancora peggio, in più di un anno che giro per ospedali non ho ancora incontrato uno psicologo che abbia affrontato determinati problemi relativi al fine vita con mio padre, ed è scandaloso, perché mi hanno costretto a dover affrontare l’argomento con lui in prima persona. In questo mi sono sentito molto solo, ma per il resto posso solo dire quanto è bella e forte la rete famigliare che si è creata intorno a noi, fra famigliari e amici, nessuno quando abbiamo avuto bisogno ci ha voltato le spalle. E almeno in questo, nella nostra comune sfortuna, leggendo il post della ragazza lombarda mi sono sentito un pochino più fortunato di lei.


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