Mi chiama una signora assai gentile, mi dice: – Salve, parlo co’ Antonio Lillo? Nun voglio sembrarte inopportuna, te starai a di’ che vo’ mo questa da me, ma è che te seguo sempre sui social e me fai morì dal ride’. Specie colle donne, sfortunello. Però nun è pe’ questo che te chiamo. È che ogni volta che te vedo me pari più magro, no stecchetto, così te volevo chiede’, scusame se so’ diretta, ma stai a magnà? – Sì signora, le assicuro, mangio. – E che te magni oggi? Scusami se sono diretta, che te magni? – Riso, signora. – Ma come riso? Ma solo riso te magni? Ma in bianco? Ma senza un condimento? – La signora scoppia a ride’. – E come te reggi in piedi, fijo mio? Se nun je dai sapore ar piatto, come te pija l’appetito? – E così, da brava mamma, comincia a elencarmi una serie di ricette per condire il riso che ci posso andare avanti per i prossimi tre mesi. – Nun me fa’ preoccupà. Magna!
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
sabato 3 dicembre 2022
mercoledì 14 luglio 2021
mezza truffa
In questi giorni c’è polemica in rete perché un noto cuoco Tv ha detto che in Valle d’Itria si mangia male. Io non so dove ha mangiato lui (è arrivato anche a Conversano che non è proprio Valle d’Itria) ma a casa mia normalmente si mangia benissimo. Però raccolgo la critica e ne aggiungo un’altra. Ieri mattina, per l’ennesima volta, ho “soccorso” per strada due persone che aspettavano il pullman per Bari e visto che le indicazioni sul sito di Trenitalia non sono chiare, gli esercenti del luogo non sanno dove sono le fermate (non lo sanno proprio, giuro: le avevano mandate da tutt’altra parte) e pure l’autista del pullman ha tirato dritto senza fermarsi, hanno perso il pullman. Aggiungo ancora, visto che badiamo più alla forma che alla sostanza, che le due persone sono attrici di quelle che abbiamo visto al cinema e in Tv e una di loro doveva prendere la coincidenza per Roma per girare un film, in questo modo ha perso la coincidenza e si è visibilmente innervosita. E così continuo a chiedermi – visto che mi pare ci fosse il progetto di farla – perché non c’è una stazione unica dei pullman, una pensilina per ripararsi dal sole, una bacheca chiara con orari e fermate in Piazza Marconi, dove serve che sia, per dare una mano a queste persone, e possibilmente scritta in più lingue per chi non parla italiano (tedeschi e francesi soprattutto). Non ci vuole tanto a mettere una bacheca con gli orari. E non è bello, vi assicuro, sentirsi dire che non siamo all’altezza, ma il punto è che non lo siamo davvero. E aggiungo che fregiarsi di essere una zona a vocazione turistica con una offerta così scarsa: prezzi alti (lo dicono tutti), cibo pessimo (lo dice il cuoco Tv) e trasporti inesistenti (lo dico io), è una mezza truffa.
sabato 12 gennaio 2013
la passeggiata dopo cena
di viola e santità senza memoria
nella tovaglia della sera
nella pancia macchiata del cucchiaio.
L’ultimo colpo di tosse
rubato al respiro affannoso
voleva disturbare ancora un poco
l’ordine dell’universo chiuso in casa
nel tragitto ormai condanna
fra cucina e bagno
prima di farti silenzio fioca notte
nel lumino della tua stanza e zoppicavi.
lunedì 5 novembre 2012
cioccolata due volte
Preparavo la salsa per il dolce ed è venuto fuori un blocco denso, fondente come un cuore senza qualità. È un po’ come l’universo che si stringe, si comprime e si nega, come la voglia di vederti che si scontra con la paura d’innamorarmi ancora.
Non ti ho scelta, ma ti ritrovo qui nella terrina, per la seconda volta mi guardi con tutti i tuoi semplici difetti, e sei pronta a completare il dolce per un pomeriggio senza drammi, guarnito di panna di risate. Benvenuta.