Se n’è andato prima il braccio e poi le gambe
l’appetito dalle ossa scricchiolanti
il mignolo amputato e il calore dalla guance
poi la ragione ma non il sentimento
non il dolore quando lo voltiamo
sul fianco per lavarlo
se il suo corpo si scioglie nel panno
come l’uovo di cioccolato.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
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lunedì 27 maggio 2013
martedì 9 aprile 2013
nulla m'importa e tutto...
Nulla m’importa e tutto
nulla la parola che più sento
nelle ossa nel centro esatto
dello stomaco un vuoto
e sempre l’affanno del da farsi.
nulla la parola che più sento
nelle ossa nel centro esatto
dello stomaco un vuoto
e sempre l’affanno del da farsi.
venerdì 21 dicembre 2012
la famiglia è una trappola...
La famiglia è una trappola
con denti sottili di plastica
affondano
per arrivare all’osso
e renderlo
compatto nella morsa.
con denti sottili di plastica
affondano
per arrivare all’osso
e renderlo
compatto nella morsa.
lunedì 19 novembre 2012
estrarre la bellezza dalla bestia...
Estrarre la bellezza dalla bestia
questo l’imperativo la scommessa
cercare un punto d’armonia con lo spazio
e stringerlo intorno al tuo dito
per scoprire nella geografia dell’unghia
la fragilità dell’osso il nero
dello smalto.
Questa è la mia vita oggi
abituarmi a essere con te
nella tua assenza nella nostra
svagata lontananza o inettitudine.
questo l’imperativo la scommessa
cercare un punto d’armonia con lo spazio
e stringerlo intorno al tuo dito
per scoprire nella geografia dell’unghia
la fragilità dell’osso il nero
dello smalto.
Questa è la mia vita oggi
abituarmi a essere con te
nella tua assenza nella nostra
svagata lontananza o inettitudine.
sabato 6 ottobre 2012
pellaccia
ecco che resta poi
pellaccia gialla e ossa
quando si svuotano le braccia
quando persino recidere
l’erbaccia pesa
e si resta lì impalati a fissarla
come chi dalla morte
spera ancora
d’essere più sulla terra che una voce
e intervenire.
pellaccia gialla e ossa
quando si svuotano le braccia
quando persino recidere
l’erbaccia pesa
e si resta lì impalati a fissarla
come chi dalla morte
spera ancora
d’essere più sulla terra che una voce
e intervenire.
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