Guarda la gru come ci osserva dall’alto, simile a una giraffa in gabbia. Il cantiere è fermo da giorni, senza più soldi, e subito i gatti randagi l’hanno invaso. Fanno come noi, si stendono al sole in attesa e si godono il silenzio delle macchine, o se talvolta una farfalla attraversa il cielo. È tutto troppo perfetto, troppo calmo e giusto e sai che non durerà. Ma per oggi goditi con me questo spettacolo, il sole che cade in diagonale sulle finestre dei palazzi, sulle auto nel parcheggio e si accende e si riflette intorno, moltiplicandosi nei suoi riflessi e montando nel caldo delle scale, negli angoli assonnati degli appartamenti come una città di luce che lieviti sotto la vecchia scorza, e covi pronta a frantumare il guscio ed esplodere. Sarà una tale meraviglia da accecarci e costringerci a riparare gli occhi, non più avvezzi a un eccesso di purezza!
(Tu nemmeno mi ascolti. Le tazze aspettano nel lavandino, e hai già tirato fuori le coperte dagli armadi. Le tartarughe sono andate in letargo all’improvviso, e le foglie di lattuga lasciate per loro, in giardino, marciscono nell’ombra.)
(Tu nemmeno mi ascolti. Le tazze aspettano nel lavandino, e hai già tirato fuori le coperte dagli armadi. Le tartarughe sono andate in letargo all’improvviso, e le foglie di lattuga lasciate per loro, in giardino, marciscono nell’ombra.)
6 commenti:
oggi che qui c'è la nebbia l'idea di una città di luce mi pare meravigliosa
le tazze si sentono sole
Che bellezza, che scrittura veramente gloriosa.
grazie :)
bello, lillo.
pianeggiante.
toglierei solo i punti esclamativi.
ma non hai l'obbligo, certo.
è cosa mia.
ne ho tolto uno. certo che però, devo dire, un consiglio dato da un faccino così triste, un peso diverso ce l'ha davvero.
Posta un commento