giovedì 4 ottobre 2012

città di luce

Guarda la gru come ci osserva dall’alto, simile a una giraffa in gabbia. Il cantiere è fermo da giorni, senza più soldi, e subito i gatti randagi l’hanno invaso. Fanno come noi, si stendono al sole in attesa e si godono il silenzio delle macchine, o se talvolta una farfalla attraversa il cielo. È tutto troppo perfetto, troppo calmo e giusto e sai che non durerà. Ma per oggi goditi con me questo spettacolo, il sole che cade in diagonale sulle finestre dei palazzi, sulle auto nel parcheggio e si accende e si riflette intorno, moltiplicandosi nei suoi riflessi e montando nel caldo delle scale, negli angoli assonnati degli appartamenti come una città di luce che lieviti sotto la vecchia scorza, e covi pronta a frantumare il guscio ed esplodere. Sarà una tale meraviglia da accecarci e costringerci a riparare gli occhi, non più avvezzi a un eccesso di purezza!
(Tu nemmeno mi ascolti. Le tazze aspettano nel lavandino, e hai già tirato fuori le coperte dagli armadi. Le tartarughe sono andate in letargo all’improvviso, e le foglie di lattuga lasciate per loro, in giardino, marciscono nell’ombra.)

6 commenti:

amanda ha detto...

oggi che qui c'è la nebbia l'idea di una città di luce mi pare meravigliosa

Vale ha detto...

le tazze si sentono sole

Marco Bertoli ha detto...

Che bellezza, che scrittura veramente gloriosa.

lillo ha detto...

grazie :)

lievito ha detto...

bello, lillo.
pianeggiante.
toglierei solo i punti esclamativi.
ma non hai l'obbligo, certo.
è cosa mia.

lil ha detto...

ne ho tolto uno. certo che però, devo dire, un consiglio dato da un faccino così triste, un peso diverso ce l'ha davvero.