Stamattina, in riproduzione casuale, mi è capitato di sentire una dietro l’altra due canzoni diversissime fra loro ma realizzate nello stesso anno di grazia, il 1979. Fegato, fegato spappolato di Vasco Rossi e subito dopo Basta ‘na jurnata e sole di Pino Daniele. Tanto l’una è profondamente pervasa dello spirito underground della provincia emiliana, lo stesso che puoi trovare nei fumetti di Pazienza o nei romanzi di Tondelli, quanto l’altra è pregna della Napoli internazionale e meticcia che si spalanca sul Mediterraneo. Poi si possono emettere tutti i giudizi di valore sui due artisti, ma questo non mi interessa. Di entrambi quei mondi senti l’odore, il sapore, i colori, ne puoi toccare il cuore e anche la merda. Cosa che, mi pare, non succede più oggi nella musica che si sente in giro, tutta perfettina e asettica, intercambiabile, persino quella dei nuovi cantautori che non sai più da dove arrivano, perduti come sono in una provincia modellata all’Ikea, non hanno né nord né sud, né perfezione né errore.
2 commenti:
E' come quando venivo al mercato in Puglia venti anni fa in estate, era una festa, mi si apriva un mondo nuovo, tutto diverso dal mio per profumi, colori, fogge, sapori; poi l'appiattimento, ed andare al mercato quando venivo in vacanza lì, non ha più avuto lo stesso significato di scoperta: le cose cinesi le trovo anche sui banchi a Padova, le cime di rapa ora le compro anche al mercato qui
pensa...proprio oggi con Ale riparlavamo della morte di Pino e di quando, e purtroppo accadrà, morirà anche Vasco. Sono due artisti diversi, grandi e che non vanno paragonati per nessun motivo; ognuno a suo modo ha cantato e canta un tipo di generazione e di territorio...
Posta un commento