Quando ci sono i terremoti le case cadono. Si rompono sempre allo stesso modo. Il tetto e i pavimenti sprofondano verso il basso e spesso i muri laterali si gonfiano e scoppiano sulla strada. I campanili cadono distesi come se fossero fucilati. I campanili si potrebbero ricomporre a terra quasi in modo perfetto. Ma i campanili distesi non servono a niente. Allora si ricostruiscono. Nel posto dove c’è stato un terremoto generalmente c’è da aspettarsi che ne capiti un altro. Quindi la gente sta sempre all’erta. Guardano se i lumi oscillano. I cani e gli uccelli ti avvisano sempre quando arriva il terremoto. Scappano e abbaiano. Poi arriva il boato. I terremoti capitano più spesso di notte che di giorno. L’ottanta per cento di notte e il venti di giorno. Quelli di notte fanno più morti perché la gente sta a letto e non si aspetta uno scherzo del genere. Dopo i terremoti la gente gira tra le macerie con gli occhi fuori dalla grazia di Dio. Molti portano in salvo i materassi. Poi arriva la Croce Rossa e generalmente qualche camion di militari. Nasce quasi subito una tendopoli. In Persia arrivano anche i meloni perché dissetano e riempiono lo stomaco. I bambini camminano piangendo nella polvere. I capelli dei terremotati sono dritti e fuori posto. Ci vogliono diversi mesi per ripiegarli sulla testa in modo normale.
(Tonino Guerra, da I cento uccelli)
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