giovedì 11 aprile 2019

la semplice verità

Stamattina rileggevo la cartolina che Adrea Barbato scrisse a don China dopo il funerale di Caproni, una cerimonia andata deserta se non per i due figli, pochi amici fra letterati e vecchi alunni, il sindaco di Roma da solo, ma non il “mondo ufficiale”, nessun uomo del Potere, quel Potere che negli stessi giorni si era inginocchiato di fronte al feretro di Mariano Rumor. Barbato trovava scandalosa quell’assenza dello Stato di fronte alla Poesia, trovava scandalosa quella chiesa vuota, persino di lettori, e il fatto che la cronaca restasse “indifferente”. Eppure la storia, o meglio ancora il tempo, è una livella e non perdona. Oggi, a quasi vent’anni di distanza, Rumor, per cinque volte Presidente del Consiglio, non fa più rumore, di lui non si ricorda più nessuno, né degli uomini prostrati di fronte a quel Potere, la DC è morta, i giornalisti che non hanno scritto sono stati dimenticati. Le sole parole che rimangono sono quelle di Caproni. E, anche se sono in troppo pochi a farlo, i suoi libri si leggono ancora. Ricordatevelo, la prossima volta che mi incontrate e non mi offrite un caffè.

2 commenti:

amanda ha detto...

😂

Sonia - Il salotto del gatto libraio ha detto...

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