Stamattina, mentre guardavo il Tg, pensavo che solo in Italia si usa la parola "furbetto" per definire uno che viola le regole per proprio tornaconto, defraudando di qualcosa o danneggiando tutti gli altri. Una categoria infinita, da quello che ti frega il parcheggio all'assenteista sul lavoro, al raccomandato in ospedale fino all'evasore. Furbetto è un diminutivo buono per ogni occasione, tende a sminuire il peccato, ad assolverlo già nella lingua, prima di arrivare davanti al giudice: "sì, ha commesso un crimine, è vero, ma perché è furbetto!" nemmeno facesse parte della Banda Bassotti. In quale altro paese mi chiedo, c'è un tale grado di comprensione sociale per gli stronzi? Sarà perché in fondo ci sentiamo un po' stronzi tutti (di che reggimento siete, fratelli?), e se assolviamo il furbetto di turno ci diamo anche noi, implicitamente, la possibilità di essere furbetti un giorno, quando arriverà la nostra occasione. Del resto, se lo ha fatto lui, perché io no?
2 commenti:
Hai ragione , noi italiani minimizziamo tutto, persino certi giudici lo fanno , come le tre togate che hanno negato lo stupro dicendo che lei era troppo brutta per " meritarselo"
Cristiana
orribile quel delitto (che scarica la colpa sulla vittima e peggio sulla sua inadeguatezza fisica)!
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