Stanotte ho sognato di avere tra le mani e di pubblicare un libro d’inediti di Bordini. Nel dubbio di come presentarlo al pubblico senza farlo apparire una squallida operazione commerciale, decidiamo di chiamarlo LIBRO D’IF, scrivendoci sotto: “Questo libro potrebbe essere di Carlo Bordini ma forse no”. Ecco che, nell’incertezza del suo autore, i critici non sanno che pesci pigliare, e la prima recensione lo stronca: “Non mi è piaciuto perché non sono sicuro che sia poesia, più che poesia sembra una prosa, ma così sghemba e sconclusionata che potrebbe forse non essere niente”. Carlo una recensione così l’avrebbe adorata. Mi ricordo dal sogno una poesia chiamata “1° maggio 1919” in cui si consiglia di dosare la forza in amore, specie dopo una certa età, perché se esageri con la forza dopo una certa età il tuo amore non ricambia, ma inerte e guardingo si fa trascinare per casa come un mobile. I vicini si lamentano per i rumori.
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