domenica 24 gennaio 2016

consapevolezza

Quando Phil Ochs incise Jim Dean of Indiana, bellissimo pezzo pubblicato sul suo ultimo album di studio, ironicamente chiamato Greatest Hits (dopo una breve carriera piena di belle canzoni e di rivoluzione, ma funestata dai tanti insuccessi commerciali e dalla depressione) stava già pensando al proprio epitaffio. Sarebbe morto solo sei anni dopo, impiccandosi in casa, dimenticato dai più e ormai ridotto al fantasma di se stesso. Per un certo periodo era stato rivale e amico di Bob Dylan, e a pensarci bene è il destino che capita a moltissimi artisti: pochi ce la fanno, altri per quanto bravi verranno dimenticati dai più, saranno ricordati da sempre troppo poche persone. Delle volte lo ascolto e ho la consapevolezza di condividere con lui l’identico destino, di essere anche io un poeta minore del mio tempo.

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