lunedì 18 gennaio 2016

la straniera

L’amore mio non chiede una poesia.
Mi scrive lettere da una terra straniera
umiliata da un cappotto italiano
e da una fame d’affetto inguaribile.
Arrossisce per niente se le chiedo di
tradurre da una lingua che mi schiuda
il suo mondo. È slava mi risponde e non
romanza negando una voce comune alle nostre
urgenze. Eppure aggiunge abbiamo
qualcosa ed elenca una gatta e poche
parole volgari che usiamo nel buio.
Abbiamo ripete con orgoglio abbiamo
una poesia mai scritta in qualche luogo
e un’alleanza senza storia né amicizia
dove siamo ancora questo: due suoni
incomprensibili nel buio di chi scava
nel sesso due vuoti lontanissimi eppure
due speranze che sono più di una.

3 commenti:

amanda ha detto...

bellissima

Marco Bertoli ha detto...

marian. ha detto...

è la potenza chè v'è in ogni parola a volte a spaventarci, una potenza che il verso è capace di condire di leggerezza e servire in piatti d'argento.